Secondo Berne ogni essere umano alla nascita è pressoché istinto e relazione con la mamma. Durante il passaggio a fasi di sviluppo più evolute il bambino riceve messaggi sia verbali che non verbale dalla mamma, ma anche da tutte quelle figure significative che si prendono cura di lui. Non conoscendo le regole della vita e il modo per sopravvivere inizia gradatamente a fare sue le parole di tutti i familiari, interpretando anche a modo suo ciò che lo circonda. Le parole, i messaggi e sensazione provate fanno sì che diventino modalità di comportamento che il bambino decide di avere. Durante la vita il copione può subire modificazione. Un essere umano può decidere di smettere di comportarsi o sentirsi in un certo modo a seconda delle esperienze che fa proprio come allora quando si era piccini ed arricchire il proprio copione o modo di comportarsi. Berne utilizzò questo termine preso in prestito dal teatro perché secondo la sua teoria ogni essere umano di fronte ad un stimolo tende a riproporre gli stessi schemi di risposta proprio come se stesse recitando una parte ben conosciuta. Capita spesso che di fronte a certe situazioni si reagisce attraverso lo stesso schema, molte volte procurandoci dolore. Quella modalità è stata appresa e poi messa in opera fin da quando eravamo piccini per garantirci uno stato di accettazione e di sopravvivenza all’interno del nostro nucleo familiare. Il mondo che ci aspetta fuori dal nucleo familiare e molto più esteso e vario e molte volte nella crescita decisioni copionali prese quando eravamo molto piccoli non ci garantiscono più la nostra sopravvivenza. Vi è quindi la necessità di cambiare molte volte rinunciando a certezze per riuscire ad assaporare i nuovi gusti della vita a volte molto meno amari e volte più dolci di quelli che abitualmente assaggiavamo quotidianamente.

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